La lezione del Prof. Fritjof Capra che tutti dovremmo comprendere.

by Pio Canu
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Fritjof Capra è un fisico ed uno dei massimi esperti della “teoria dei sistemi”, da sempre impegnato nella tutela del Pianeta e nello studio sistemico della Vita. Nato a Vienna nel 1938, è divenuto famoso a livello internazionale per il suo libro “Il Tao della Fisica”. Oggi insegna all’Università di Berkeley, dove dirige anche il Center for Elicoteracy. È autore di diversi libri tra i quali, vi segnalo “La Rete della Vita”, a me molto caro, dove delinea una nuova visione, un nuovo modello che vede nella Natura e negli esseri viventi non entità isolate, ma sempre e comunque sistemi viventi dove il singolo è in uno stretto rapporto di interdipendenza con i suoi simili e con il sistema tutto.  La somma di queste relazioni, che legano gli universi della psiche, della biologia e della cultura è una rete: La rete della vita. Nel 1992, partecipò alla stesura della Carta della Terra, in qualità di membro della Commissione indipendente della Carta della Vita, convocata dal Summit della Terra e formalmente sostenuta ed adottata da migliaia di organizzazioni, comprese UNESCO e World Conservation Union.

La sua visione, propone una nuova interpretazione scientifica della vita per i sistemi viventi ad ogni livello. Si tratta di un nuovo modo di “percepire” la realtà in un periodo caratterizzato da una forte “crisi di percezione”. Fritjof ci spiega che i problemi più seri del nostro tempo non possono essere compresi in maniera isolata, ma hanno bisogno di una comprensione sistemica, in quanto problemi sistemici. Che significa problemi sistemici? Significa che sono interconnessi e interdipendenti. Per esempio, la situazione demografica si potrà stabilizzare solo quando nel mondo verrà ridotta la miseria. L’estinzione di specie animali e piante continuerà finché l’emisfero meridionale sarà oppresso da enormi debiti. La penuria di risorse e il degrado ambientale sono associate alla rapida espansione della popolazione, e portano allo sfacelo delle comunità locali e alla violenza etnica e tribale che contraddistingue l’epoca successiva alla guerra fredda. I flussi migratori in rapido aumento sono strettamente associati allo sfacelo della comunità e al riscaldamento globale. Dobbiamo cominciare a considerare questi problemi come sfaccettature diverse di un’unica crisi, che è in gran parte una crisi di percezione. Non possiamo più considerare i flussi migratori senza comprendere ad esempio il fenomeno della “desertificazione” (diversa dalla desertizzazione che è l’espansione naturale dei deserti) causata dal riscaldamento globale, dallo sfruttamento insostenibile della Terra. Intere aree un tempo accoglienti oggi sono aride ed inospitali per la vita. Questa consapevolezza collettiva del tutto che ci vede tutti interconnessi ed interdipendenti, non si è ancora fatta strada tra le classi dirigenti che non solo non comprendono ma si rifiutano di riconoscere che le soluzioni che oggi ci presentano creano solo effetti negativi per le generazioni future. Si rifiutano di percepire la realtà che ci circonda. Secondo il pensiero sistemico si ragiona in termini di connessioni, relazioni e contesto. Le proprietà essenziali di un sistema vivente, sono proprietà del tutto, che nessuna parte possiede. Esse nascono dalle interazioni e dalle relazioni fra le parti. Tali proprietà vengono distrutte quando il sistema viene sezionato in elementi isolati. Le proprietà delle parti possono essere comprese solo studiando l’organizzazione del tutto. Il pensiero sistemico è contestuale in contrapposizione al pensiero analitico. Solo spostando la nostra attenzione dalle singole parti al tutto, possiamo comprendere la realtà. Comprendere ciò che ci circonda e sviluppare una consapevolezza collettiva e dunque una responsabilità collettiva. Lo sviluppo sostenibile ci impone di comprendere noi stessi in relazione con l’ambiente che ci circonda. Non esiste sostenibilità senza senso di comunità. La sostenibilità non è altro che la “cura” di ciò che ci circonda per garantire un presente ed un futuro alle generazioni successive. Comprendere che siamo una sola ed unica comunità responsabile di ciò che ci circonda in ogni suo livello e forma è l’unico modo che abbiamo di vivere. Nel documento la “Carta della Terra”, Fritjof elabora, insieme alle più grandi menti del nostro tempo, una carta dei valori universali. Potete prenderne visione sul sito www.earthcharter.org

Di seguito vi propongo i principi fondamentali della Carta:

  • Rispetta la Terra e la vita, in tutta la sua diversità.
  • Prenditi cura della Comunità vivente con comprensione, compassione e amore.
  • Costruisci società democratiche che siano giuste, partecipative, sostenibili e pacifiche.
  • Tutela i doni e la bellezza della Terra per le generazioni presenti e future.

La capacità di preservare la vita, la diversità e la bellezza della Terra è un impegno sacro che ci impone di vivere secondo un senso di responsabilità collettiva. Noi siamo, allo stesso tempo, cittadini di nazioni diverse e di un unico Pianeta, in cui il locale ed il globale sono collegati. Ognuno ha la sua parte di responsabilità, nessuno escluso. Consapevoli del nostro posto nel complesso schema della vita, dobbiamo affermare la Sostenibilità come unico modello di crescita e di sviluppo, abbandonando la visone meccanicistica e lineare, per accogliere nel nostro essere e vivere il modello circolare seguendo l’esempio della Natura.

La Carta della Terra termina con un messaggio di speranza, l’appello a cui tutti dovremmo rispondere senza alcuna esitazione:

“Facciamo in modo che la nostra epoca venga ricordata per il risveglio di un nuovo rispetto della vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per un rinnovato impegno nella lotta per la giustizia e la pace e per la gioiosa celebrazione della vita”.

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