“Di tutti i casi che sono venuti a galla, questo mi sembra uno dei più lampanti. E’ lampante che questi ragazzi si incontrano, in un’atmosfera piacevole, che decidano insieme di andare in albergo, dove notoriamente non si legge la Divina Commedia, la ragazza dice che doveva fare un bagno o qualcosa del genere e poi l’uomo travalica.
Non è uno stupro ma un rapporto sessuale non consenziente. Questo sulla base di quello che sappiamo per carità, mi metto i guanti bianchi. E poi c’è, come in questi casi, un accordo. Prendi dei denari e si chiude qui.
Gli avvocati americani lavorano così: prendono una causa, non si fanno pagare e prendono una percentuale sulla vittoria. Naturalmente Ronaldo è un limone da spremere per bene”.
“La ragazza dice che doveva fare un bagno o qualcosa del genere e poi l’uomo travalica. Non è uno stupro ma un rapporto sessuale non consenziente.”
Rileggiamolo più volte, e più volte ancora, e ancora una, perché forse siamo noi a non capire.
Forse, abbiamo bisogno di una grammatica per capire la differenza, tra stupro e rapporto non consenziente, caro Mughini.
Ce lo spieghi lei.
In una stanza d’albergo, una volta varcata la soglia, non possiamo più dire di no?
Intrapresi un gioco di seduzione, del petting, dell’attività sessuale spinta, non possiamo più decidere di interromperli?
Dobbiamo aspettare che il maschio travalichi e si sia soddisfatto?
Ce lo spieghi bene, caro Mughini, qual è il confine, il termine, il momento giusto per dire, in maniera utile, NO.
Durante l’aperitivo? Al momento della cena, prima del dolce, tra il caffè e l’amaro? Al momento di chiedere il conto?
Ce lo spieghi bene Mughini, perché davvero non capiamo.
Non capiamo questo giusto ritrovato garantismo, ma esclusiva di Ronaldo, non capiamo come sia possibile che l’essere ricco, famoso, bello e adorato dalle folle, getti una presunzione di colpevolezza sulla donna e di innocenza sul campione.
Se uno stupro è qualcosa di diverso da un rapporto non consenziente, ce lo spieghi bene e soprattutto ci spieghi perché.
Però ci aiuti, ci faccia capire quando un NO è un No, e ci suggerisca anche come dobbiamo pronunciarlo, quali siano le parole giuste da dire e i comportamenti da tenere perché sia ben chiaro.
Ci dica, caro Mughini, come possiamo rendere evidente questo NO anche a chi crede che non si desideri altro che far sesso con un campione, come fosse un privilegio a senso unico, un onore soddisfare l’intimità di un idolo,
un doveroso servizio ancillare di una fortunata tra noi.
Ci spieghi, ma con parole semplici caro Mughini, perché un uomo travalica, perché nell’atto sessuale un campione come Ronaldo si lascerebbe dominare dagli istinti come un gibbone in amore, mentre in campo è un campione di strategia.
Ma come, un calciatore geniale come Ronaldo sa interpretare cosa fanno 11 avversari, guidare dieci compagni e comportarsi di conseguenza ma, in una stanza d’albergo, non si accorge che la sua partner, in quel momento, semplicemente… Non vuole più?
Questo ce lo concede Mughini?
Ce la concede la possibilità di cambiare idea?
Ci faccia capire, caro Mughini, perché noi davvero non capiamo.
Ma forse ha ragione lei, siamo stupide noi.
Noi a poter pensare che anche il nostro consenso serva, a prescindere se a voler far sesso in una stanza d’albergo siano un campione e una modella, un manager e una segretaria, un dirigente d’azienda e una giovane stagista, un uomo e una donna qualsiasi.
Noi, sciocche, a poter pensare che un rapporto sessuale lo si debba volere in modalità condivise e sino alla fine; noi a continuare a sperare che il piacere sia una strada che si debba percorrere l’uno soddisfacendo le esigenze dell’altra, reciprocamente, consensualmente, piacevolmente, volontariamente.
Sarà come dice lei, Mughini, ma a noi continua a rimanere il sospetto che a non capire non siamo noi.
A non voler capire o, peggio, a far finta di non capire, è lei insieme a tutti gli uomini come lei.
Uomini che hanno difficoltà a distinguere passione da sopraffazione, sesso da abuso, costrizione da libera accettazione, stupro da rapporto non consenziente.
Ci scusi signor Mughini, ma noi, in una camera da letto, dopo un buon bagno, continuiamo a voler difendere il nostro diritto di poter decidere anche di leggere un ottimo libro come la Divina Commedia.
Ci provi anche lei, una scorsa ad uno dei capisaldi della lingua italiana, le ritornerebbe utile.
Settimo cerchio, primo girone, dodicesimo canto.
Buona lettura.