Addio a Zanza, il re dei Playboy, stroncato da un infarto mentre castigava una ventitreenne dell’est.
Adesso provate a declinare la medesima frase ipotizzando che a morire fosse stata una 63enne dal medesimo passato e dalla medesima vitalità sessuale.
Stessi latente ammirazione, utilizzo di parole altisonanti e sorriso compiaciuto sulle labbra ?
Cosa si pensa comunemente (già perché bisogna concentrarsi ) nell’ipotizzare una donna che gestisca così liberamente il proprio corpo?
Non è colpa vostra. È il mondo che vi hanno raccontato sino ad oggi. Sono le parole che rendono vivo questo reale.
Vitelloni e vacche, re e puttane, playboy e playgirl (no playgirl non esiste, solo playmate o coniglietta e non sono complimenti).
Nell’ordine delle cose il maschio castiga, la femmina la dà via.
Inoltre, quando una 63enne si accompagna con un 23enne, di certo, il sentimento comune non è l’ammirazione. Nei più civili, forse regna lo stupore o l’imbarazzo.
Vitellone, castigatore, sciupa femmine.
Notizie e parole che inquinano i pensieri, in un paese dove l’aria è già abbastanza malsana e gli unici reati a non diminuire sono quelli sulle donne. Parole ingabbiate negli stereotipi in una nazione dove la libertà sessuale è ancora lontana dall’essere uguale per tutti.
Vitelloni e Vitellone.
Scusate.
Vitelline.